Napoli, 1 marzo 2012 – Lo spread a Napoli è tra il più alto tra quelli registrato tra le grandi città. In questo caso però il differenziale tra i BTp decennali italiani e i Bund tedeschi c’entra poco: il parametro che assegna un’ulteriore maglia nera alla città riguarda la differenza tra ricchi e poveri. Secondo gli ultimi dati Istat infatti in Italia le famiglie povere rappresentano l’11 per cento di quelle residenti ovvero quasi 9 milioni di abitanti e di questi il 7, 7 per cento vive nelle regioni meridionali. In valore assoluto la regione Campania è seconda solo alla Sicilia: da noi infatti i poveri sono quasi 500 mila che rappresentano il 23.2 per cento della popolazione regionale. A far lievitare così tanto i dati è soprattutto la crisi degli ultimi anni che si aggiunge però ad altri fenomeni tipicamente legati alle regioni del Sud: a partire dalla scarsa assistenza ai senza lavoro, ai minori a rischio e ai pensionati che vivono con la pensione minima. E da qui il notevole aumento di coloro che ricorrono ai servizi socio assistenziali: intere famiglie che si sono impoverite negli ultimi mesi e che non riescono più ad arrivare a fine mese. E proprio il tema delle persone che perdono il proprio status di vita media sarà al centro di un convegno dal titolo “Nuove povertà a Napoli e nel Sud” in programma in città il 3 e il 4 marzo prossimi e al quale prenderanno parte esponenti della politica locale, le sigle sindacali e le federazioni evangeliche per cercare nuovi spiragli d’uscita a partire dai maggiori aiuti statali sino alla rinascita delle imprese e al reinserimento nel mondo del lavoro grazie a validi corsi di formazione.
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